Paolo Zanzu
 
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Clavicembalista, pianofortista e direttore d’orchestra.

 
 
 

Concerti

Un secolo cantante
Le Stagioni
con Emmanuelle de Negri e Blandine Staskiewicz
Lille - Auditorium du Conservatoire (Francia)
5 dicembre 2023

Un secolo cantante
Le Stagioni
con Emmanuelle de Negri e Blandine Staskiewicz
Parigi - Temple du Foyer de l’Âme (Francia)
6 dicembre 2023

 
 
 

Récital · Basilique de Vézelay · La Cité de la Voix

Variazioni Goldberg
24.08.2020

 
 
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Biografia

 
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Ha anche preso parte, recentemente, all’ambizioso progetto Scarlatti 555 di France Musique e ha esordito in veste di solista con gli English Baroque Soloists, interpretando nel gennaio 2019 i concerti per clavicembalo e orchestra di Bach.

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“Formatosi presso i più grandi interpreti e didatti, Paolo Zanzu è uno dei protagonisti di primo piano del clavicembalo in Europa e nel mondo. […] Sta conducendo un’interessantissima carriera di concertista e di docente.” (France Musique)

Dopo gli studi musicali sostenuti in Italia, al Cnsm di Parigi e alla Royal Academy of Music di Londra con maestri come Orio Buccellato, Noëlle Spieth, Christophe Rousset, Carole Cerasi e Patrick Cohen, Paolo Zanzu ottiene un importante riconoscimento al concorso internazionale di clavicembalo di Bruges nel 2010. Inizia allora una carriera di solista al clavicembalo e al pianoforte sulle principali ribalte internazionali (London BBC Proms, Utrecht Early Musc Festival, Cartagena International Music Festival, Festival de la Chaise-Dieu, Festival de Radio France Occitaine Montpellier).

 

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Registrazioni

 
 
 

Officina Romana

A Wonder Lab at the Dawn of the 18th Century

Dopo il successo delle sue incisioni come solista, Paolo Zanzu firma ora, alla guida del suo ensemble Le Stagioni e affiancato dal controtenore Carlo Vistoli, l’album Officina Romana. Roma, all’alba del Settecento, è una delle grandi capitali europee della musica. Nel giro di pochi anni sono ospiti dell’Urbe Corelli, Haendel, Alessandro e Domenico Scarlatti, Caldara, Cesarini e tanti altri, non senza il contorno di pittori, scultori, poeti e filosofi destinati a illustrare quel secolo. Frutto di una riflessione e di una ricerca d’ampio respiro, Officina Romana cristallizza questa stagione unica della storia della musica, ricreando una serata ideale, una “conversazione”, cioè una sorta di riunione liberale di menti elette nella casa di un cardinale romano, lungo il filo di un programma dove si alternano musica vocale e musica strumentale, sia orchestrale sia da camera. Un programma che mette in primo piano il talento creativo, l’“estro” dell’epoca, l’invenzione tecnica non meno che musicale, mescolando pezzi celebri ad altri ancora inediti. Anche il fortepiano Cristofori, di cui il cardinale Ottoboni possedeva un esemplare, vi trova il suo posto.

 
 
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Bach

Suite inglesi

Dei tre grandi volumi di suite che Bach ha scritto, le Suite inglesi sono probabilmente le prime ad essere state composte, intorno al 1720 a Köthen. Se in esse ammiriamo un’architettura di dimensioni grandiose, un lirismo affrancatosi da obblighi formali o ancora la grazia tenerissima delle galanterie, ciò che rende queste sei suite incontestabilmente uniche sono la grandiosità, la forza, la potenza espressiva e un virtuosismo raro per l’epoca: caratteri tutti che contribuiscono a fare di quest’opera un capitolo fondamentale della letteratura clavicembalistica.

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Handel

Suites de pièces pour le clavecin

Innumerevole creatore, vera fonte di creatività, Handel incarna meglio di tutti i suoi contemporanei l'anima del suo secolo. Questo nativo sassone di Halle, figlio di un chirurgo, vagò per l'intera Europa per il resto della sua vita, lavorando su una sintesi di culture e stili musicali senza precedenti nella storia della musica. Un prolifico compositore, lascia una traccia ineffabile nelle menti dei suoi contemporanei e diventa, nel corso dei secoli, il vero simbolo dei generi musicali in cui si esercita il suo genio.

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